Nimbes (aureole), dell’artista francese Joanie Lemercier, è una delle più affascinanti e avvolgenti installazioni degli ultimi anni. In 15 minuti di video mapping l’osservatore assiste alla nascita e alla trasformazione di un universo di costellazioni e orizzonti che si alternano a paesaggi architettonici e naturali.
La straordinarietà di questo video mapping immersivo è data tanto dall’intento con cui è stato concepito – “Nimbes esplora l’ontologia dell’osservazione e il suo rapporto con la cosmogonia, le nozioni dell’intelligenza e l’individualità”, come spiega l’artista sul sito – quanto dalla posizione che assume chi vi assiste, che da eretta passa a supina, per godere a pieno della proiezione a 360º.
Joanie trasferisce il suo punto di osservazione al pubblico e gli chiede di partecipare a questa nuova creazione. Come a dirci che il principio con cui si formano i cieli è il medesimo con cui l’uomo muove la sua mano.
L’installazione è realizzata in una cupola costruita ad hoc, al cui interno è stato installato un sistema di video-proiettori che permette di mappare interamente la superficie.
 
  
 
 
 
 
 
Per i contenuti, Joanie e James Ginzburg (compositore delle musiche dell’installazione) hanno prima realizzato diversi shooting fotografici tra la Francia e il deserto dello Utah, Berlino e il Duomo di Milano, spingendosi fino ai vulcani indonesiani. I due artisti hanno utilizzato sei GoPro con cui hanno fotografato la volta celesta e le altre location a 360º. Successivamente tutte le immagini sono state editate e animate tra loro al computer.

 Anche la colonna sonora di James ha visto una lunga lavorazione in tre fasi. La prima in una centrale elettrica in disuso a Berlino, dove il sound engineer Kai Schoorman ha registrato il contrabbasso di Yair Glotman e le percussioni di Brandon Rosenbluth; successivamente in uno studio di Bristol e l’ultima direttamente nella cupola di Montreal dove Nimbes ha visto la luce per la prima volta.
Anche la colonna sonora di James ha visto una lunga lavorazione in tre fasi. La prima in una centrale elettrica in disuso a Berlino, dove il sound engineer Kai Schoorman ha registrato il contrabbasso di Yair Glotman e le percussioni di Brandon Rosenbluth; successivamente in uno studio di Bristol e l’ultima direttamente nella cupola di Montreal dove Nimbes ha visto la luce per la prima volta.
Articolo a cura di Letizia Carlucci

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


