Abbiamo pubblicato questa foto un po’ ovunque sui nostri social con questo testo:
La maggior parte di voi vedrà la parte rossa sul blu.
Molti vedranno il blu sul rosso.
Altri potrebbero vedere entrambi
Pochi lo vedranno in versione flat.
E voi come lo vedete?

Molti di voi, presi bene dallo strano effetto visivo, hanno cercato spiegazioni su Google già immaginandosi le dinamiche che ci sono dietro. Per chi non l’ha fatto ci siamo noi.
Cosa diavolo è questa Cromostereopsi?
È un fenomeno ottico molto affascinante, un’illusione visiva in cui sperimentiamo un’improvvisa sensazione di profondità quando i colori rosso e blu si combinano, specialmente quando l’ossevazione avviene davanti a un brillante dispositivo elettronico da cui possiamo regolare la luminosità, la dimensione: tutto ciò ne aumenta ancora più il contrasto rispetto ad una visione analogica.
Giocare sulla maggiore e minore nitidezza del disturbo non ha fatto che aumentare ancora di più la confusione dell’occhio generando un effetto finale più intenso.
Molti di voi sono rimasti affascinati dall’effetto ma alcuni non capivano perchè non vedevano nulla, tutto totalmente flat. Altri ancora vedevano addirittura il blu muoversi… tutto normale, guardate un po’ qui e sballatevi!

Si può migliorare l’effetto sbattendo rapidamente le palpebre, aumentando la luminosità dello schermo o semplicemente osservando la foto all’interno di una stanza buia. In questo modo, i colori riescono ad apparire in diverse profondità fino a sembrare separati facendo oscillare la testa da un lato all’altro.
Ingannare il cervello e la vista non è quindi molto difficile, basta conoscere alcune regole e le modalità per creare un falso effetto tridimensionale e via, è fatta.
Rosso e blu
L’ aberrazione cromatica è il risultato della rifrazione differenziale della luce rispetto alla sua lunghezza d’onda. Quando il rosso e il blu sono visti fianco a fianco in un ambiente buio, si ha la sensazione che il rosso stia fluttuando.
Quando questi due colori sono affiancati è difficile concentrarsi sull’uno o sull’altro.
Il blu è un colore che “si allontana” e il rosso è un colore che risalta e viene messo a fuoco in un punto più interno della retina. Messi fianco a fianco mandano il tilt la vista.

Nel 1860 fu data la prima spiegazione scientifica del fenomeno della cromostereopsi da Cornelius Donders, un rinomato oftalmologo olandese: quando la retina cattura il colore rosso, ha bisogno di più tempo per accoglierlo ed elaborarlo. Se appare accanto al blu, il blu rimarrà sullo sfondo, mentre la tonalità rossa sarà davanti.
Il ruolo della fovea nel fenomeno della cromostereopsi
La fovea è un’area della retina con la maggiore acuità visiva in cui arrivano i raggi di luce e si elaborano i colori. Questa parte dell’occhio si trova nella macula lutea, una piccola regione posta al centro della retina responsabile della visione centrale (cioè permette di focalizzare lo sguardo al centro del campo visivo, dritto davanti a noi) ed è più sensibile nel distinguere chiaramente i dettagli rispetto al resto della retina. A causa della sua posizione/orientamento in entrambi gli occhi, non cattura l’intera gamma di colori con la stessa precisione.
Macula e fovea sono le regioni con più elevata densità di fotorecettori, cellule nervose fotosensibili specializzate nella trasduzione dei segnali luminosi in impulsi elettrici, poi interpretati dal cervello come informazioni visive.
Blu e rosso sono agli estremi opposti dello spettro luminoso: per questo ogni lunghezza d’onda arriva in modo diverso. Il rosso richiede sempre più tempo per essere elaborato e sarà “sempre” davanti. Il blu sarà dietro, dando un fenomeno ottico di profondità.

Non vedo nulla, è un problema? No, molte persone sono “cieche” al fenomeno della cromostereopsi probabilmente per fattori morfologici: la posizione della fovea rispetto all’asse ottico è diversa per ogni occhio e può causare dispersione prismatica. Questo non comporta problemi anche perché è difficile anche accorgersene.
Dalla natura alla pubblicità
Incredibile pensare come un effetto del genere venga utilizzato non solo dagli essere umani ma in primis dalla natura.

Basti pensare a come le farfalle riescano a difendersi dai predatori grazie alle loro ali che riescono a restituire la forma del’occhio e la sua profondità.

E non caso quali sono i colori che aiutano loro ad ottenere il contasto? Ovvio, rosso e blu nelle loro varianti tonali. E oltre alla farfalla (pensate un po’, questa razza si chiama “farfalla pavone”) anche il pavone stesso è un esempio (e qui bisognerebbe infognarsi di nuovo e scrivere un altro articolo dedicato alla rarità del colore blu in natura e alle relative dinamiche percettive).

Per quanto riguarda gli esseri umani: l’uso di questi colori nell’arte, in architettura, nei film ma anche sui social è risaputo. Non approfondisco anche questo altrimenti finisco per scrivere la Divina Commedia e voi dovete tornare a lavoro. E mi raccomando, basta googlare per oggi.
Buona giornata!




