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Paolo Iammarino
giovedì, 22 Ottobre 2015 / Pubblicato il Comunicazione e pubblicità

Spot: il prodotto si trasforma in emozione

Milano da bere, biscotti inzupposi, e chi più ne ha più ne metta. Spot più o meno interessanti ci vengono propinati in ogni forma, alcuni sono rimasti storici, diventati con gli anni veri e propri tormentoni. Abbiamo assistito con gli anni a una vera e propria evoluzione nel modo di presentare i prodotti: da una semplice elogio più o meno sperticato dello stesso al farlo diventare, a fronte di un mercato globale ormai saturato, “emozionale”, creando la (finta) esigenza dello stesso. Praticamente una boiata. Scusate, ora ho visto la pubblicità dell’ultimo modello di smartphone e vado a informarmi su quanto viene…. torno subito, voi leggete qua!
1990: “A Miche’, e basta!”
“Miguel” è cresciuto, e ora molesta semi ubriaco belle donne sui treni. Qui possiamo notare come i pubblicitari iniziano ad affilare le armi nella realizzazione dei messaggi pubblicitari. Non abbiamo più semplici “sketch” rassicuranti basati su una semplice e diretta presentazione del prodotto e delle sue qualità, ma iniziano a far la loro comparsa situazioni elaborate, ricostruite e mutuate dalla vita di tutti i giorni, nei quali il prodotto SEMBRA solo un accessorio, ma ne è invece parte fondamentale. Questo è solo uno degli esempi in cui hanno ridotto il povero Michele a una larva alcolizzata. Scena: interno treno, una bella donna (presumibilmente d’affari, siamo nella rampante Milano da bere) aspetta la partenza del treno. Nota che sta salendo sul treno un suo amico e ordina al volo due wisky (stai partendo, deficiente che non sei altro, casomai è mattina, e te ordini per te e il tuo amico due wisky? Ma se lui voleva un… cappuccino? Mattevenisse…). Da qui parte quello che diventerà, a mio parere anche nella vita reale di qualche povero Michele, un tormentone alcolico: il povero amico descrive il wisky esordendo con una frase ormai celebre “colore chiaro, gusto rotondo”. Ma pezzo di mentecatto, mi spieghi cosa c@ts#[ è un GUSTO ROTONDO?!?!?! TI PREGO, son trent’anni che me lo chiedo! Poverino, nel frattempo è stato punito a sufficienza in quanto questa messinscena è stato costretto a farla nelle situazioni più diverse, bendato, sulla neve, appeso a testa in giù per gli alluci… no questa forse no…

2000: il mulino più amatodiato dagli italiani
In questi anni la ditta compie un anniversario importante. Quale occasione più ghiotta per smaronare il grande pubblico con una serie di spot a base favolistico? “La golosità è arrivata alle stelle” è il gancio per metter su una scena degna:
A) di Mary Poppins
B) bambina sotto meta anfetamine che manco Heisemberg.
Non importa, la mamma in questione pur di procurare una buonisssssssiiiima colazione alla propria famiglia parte trainata da un ombrello e borsa alla mano per procurarsi stelle con cui farcire i biscotti per la colazione. In ogni caso, ripresi dal trip allucinogeno, possiamo notare come gli spot ormai si siano evoluti non presentando più semplicemente un prodotto, ma facendo leva in maniera sempre più abile sui buoni sentimenti. E notiamo anche come regia e musica siano diventate di stampo cinematografico. Mai parole più profetiche, pensando al disoccupato hollywoodiano che arriverà di lì a qualche anno!
https://www.youtube.com/watch?v=EO7o946-y_g
2012: “Pronto qui ufficio di collocamento, si abbiamo un posto libero come mugnaio”
E non potevo non chiudere con lui. Ragazzi, questa è storia dei giorni nostri. Ormai i pubblicitari vanno a briglia sciolta, e possono permettersi di chiamare chicchessia per la realizzazione degli spot. Qui abbiamo un Antonio Banderas nei primi giorni di lavoro in qualità di mugnaio. Ormai lo spot è diventato un’arte e qui ne vediamo tutti gli effetti, c’è il personaggio celebre (leso, dalla farina), il plot narrativo, la regia cinematografica. Ma lo smaronamento resta sempre lo stesso: il nostro. Raggiungiamo picchi di alta drammaticità nel momento in cui il “nostro” ha una sospetta liaison con una gallina, misteriosamente, sparita a un certo punto della storia. Sì, perché ormai gli spot hanno una loro storia alla quale, nel bene e nel male, ci leghiamo tutti noi. Anche se personalmente ho creato una petizione mondiale affinchè Hollywood dia un copione a questo mugnaio e lo faccia partecipare a un film che non se ne può più. Almeno fino al prossimo tormentone.

Arr…

Taggato in: anno 1990, anno 2000, anno 2012, pubblicità, spot

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