In questa seconda parte vi presento altre menat… altri spot a partire dal 1974. Il termine “reclàme” suona già antico, l’Italia è in pieni anni di piombo, Milano spara, Pierino si appresta a svezzare generazioni di giovini italici, e io sbirciavo da sotto la tivvì in bianco e nero le gambe delle gemelle Kessler!
1974: “Miguel son mì..:”
Ebbene sì, sono di parte, sono vintage, e me ne vanto! Tiè! Uno dei cartormentoni che mi accompagna da quando sono piccino e mi scacc… infilavo le dita nel naso. Visto che l’esotico ha sempre affascinato, sinuose mamme-ballerine in bianco e nero ballano un jingle dal sapore caraibico-meneghino (“e tì non dise niente”). Ma come se fa? A rivederli oggi ci strappano un sorriso, allora erano un motivetto da canticchiare al primo “Michele” che incontravi.
1980: “vorrei cantare insieme a voooi… na na nnaaa nnaaaa ra nnaaaa…”
Dopo il grog, per noi pirati c’è lei, la più amata, odiata, copiata, scopiazzata, causatrice di gare di rutti e improbabili esperimenti a base della stessa e caramelle gommose.
Fa la sua comparsa nei primi anni ’80 e da allora ci ha accompagnato per moltissimi anni. Spot e jingle sornione e gigione, fa leva sul buonismo a stelle e strisce che ci ha invaso dal piano Marshall in poi. Accompagnerà il periodo di Natale per molti anni diventando segnale di avvertimento dell’imminente arrivo dello stesso (mio nonno, abruzzese doc, esclamava “Ess, mò arriv pur Natàl!” “Ecco, ora arriva pure Natale!”). L’effetto è garantito, amicizia, affetto, valori universali e una melodia orecchiabile, basta iniziare a canticchiarla che chi vi è vicino continuerà quasi sicuramente a cantarla con voi.
1980: “Ehi gringo, la macchina…”
“..Vavavumma!”. Slogan, questa malattia. Solito giochino: provate a gridare “ehi gringo” a chi ha vissuto gli anni ’80. Vi risponderà quasi senza ombra di dubbio “Vavavumma!”. Vero e proprio tormentone, aveva travaricato i confini di semplice spot ed era diventato sinonimo di qualcosa che si era rotto, o aveva subito guasti, visto quanto accadeva durante lo spot. Analizzando quest’ultimo notiamo come i pubblicitari si scervellano ormai da tempo su come fare colpo sul grande pubblico, siamo ancora lontani da effetti e grafica 3D, ma la strada è ormai spianata. Così come la rampa da cui lanciano alla folle “velocità massima di 154 chilometri orari” un’auto che ormai è diventata un reperto storico. Effettoni speciali anni ’80, sigh, che nostalgia!
Arr… estate sintonizzati!