Continua il nostro appuntamento con i migliori pack alimentari in circolazione. Dopo l’analisi di Rummo eccoci qui in compagnia de “La Molisana”.
È chiaro che il pack abbia seguito il trend di Rummo (che ho chiamato “design tipografico” nello scorso articolo) ma con le dovute differenze e le diverse caratterizzazioni tipiche del territorio, i diversi approcci. Insomma parliamo di un pack che ha una propria personalità.
Mi dedico molto brevemente all’analisi per un motivo specifico: ho intervistato chi ha creato il pack e sono riuscita a scucire dei retroscena interessanti e mai visti e quindi voglio dare spazio al gossip! Scherzo non voglio farvi sudare quattro camicie nella lettura di un papiro senza fine.
Diamo velocemente un’occhiata all’evoluzione del logo
Sempre contentissima nel vedere l’abbandono di forme che contengano il logo (usanza un po’ datata) e di simboli meramente rappresentativi come lo stra-usato grano che può tranquillamente perdersi.
Già nella seconda versione abbiamo una significativa semplificazione che aumenta nella terza versione. Il logo viene fortemente curvato per guadagnare carattere per poi tornare ad una linearità e compostezza più consona ai tempi moderni.
Inspiegabilmente lo stemma rosso nella terza ed ultima versione diventa un cerchio con delle scritte che non si leggeranno mai se non in dimensioni sufficientemente grandi… ma questa scelta ce la spiegheranno i ragazzi di “Dispenser Studio” nell’intervista.
La linea inferiore diventa doppia, sembra aver integrato quella che prima era sopra al logo che aiutava lo stemma a non perdersi nel nulla. Nel complesso secondo me è stato un buon lavoro che fa venire a galla la forte volontà di stare al passo con i tempi mantenendo comunque legami con la tradizione e quelle forme che tengono sempre alta l’identificazione del marchio.
Adesso uno sguardo all’evoluzione del pack
Notiamo nel vecchio pack una versione classicheggiante, in linea con gli altri pack del periodo. La scelta del bianco è sinonimo di ricerca dell’eleganza, della pace, della pulizia. Un colore acromatico che ha fortemente caratterizzato questo brand e che, credo, non sia stato molto semplice né da abbandonare, né da mantenere nel successivo restyling.
Il bianco nonostante sia sinonimo di pulizia è stata una scelta imponente che veniva “sgravata” dall’ampia parte trasparente della maggior parte delle versioni. Bianco, blu, rosso i colori utilizzati.
Qui le versioni integrali della pasta (sempre del vecchio pack) con una palette di marroni, a richiamo del colore stesso della pasta integrale. Questo pack aveva comunque una buona personalità nonostante legato al vecchio trend.
Ma diamo un’occhiata al nuovo pack.
Vincent Van Gogh diceva: “Il bianco ed il nero hanno un loro significato, una loro motivazione e quando si cerca di eliminarli, il risultato è un errore…”
Il nuovo pack mantiene, infatti, la parte bianca – immancabile- riduce la trasparenza ma aumenta la caratterizzazione col colore blu che, ovviamente, è lo stesso del logo. La scelta è, quindi, quella di ritrovarsi con il bianco ma di vestirsi a nuovo con la divisa d’ordinanza a strisce laterali.
Il pack de “Le integrali” aumenta di molto l’eleganza, un vero salto di qualità con la scelta di un color oro più accentuato e di un marrone scuro molto più elegante, che ricorda davvero il legno, il metallo, l’arredamento moderno. Un mood scelto evidentemente con cura.
Le “speciali” ribaltano la posizione dei colori: giù la divisa d’ordinanza e via, il blu appare nella parte frontale e il bianco viene declassato al resto del pack. Spazio (sembrerebbe) un po’ più ampio nella parte trasparente e quindi alle forme speciali della pasta che devono vendersi “da sole”.
Nei laterali abbiamo due brevi racconti di approfondimento: “grano e pietra”, la sapienza della tecnica e dall’altro lato “aria e acqua”, La natura generosa del Molise. Stessa conformazione. I minuti di cottura sono presenti nel retro e in entrambi i lati per la felicità di quelli che si lamentano sempre di non trovare mai facilmente questa informazione.
Al tatto è piacevole grazie all’uso di carta soft touch che seduce i polpastrelli.
Il bollino rosso sembra adesso molto più leggibile. Il logo regna nella parte superiore, l’unico con finitura lucida, scortato in basso dal disegno del mulino a pietra che nelle versioni speciali viene messo in secondo piano da un ulteriore font.
Più in basso altri tipi di font che non smettono di rendere credibile anche questa unione fuori dagli schemi, delimitata da una riga di puntini che separa la sezione inferiore con descrizione e parte trasparente.
“Fuori dagli schemi” perché, come abbiam già detto nello scorso articolo, è fuori da ogni precetto inserire così tanti font su qualsiasi elaborato ma qui vediamo uno studio profondo atto a rompere le regole, come per Rummo.
Ma non mi soffermo troppo nella descrizione perché è il momento di conoscere tutti i particolari direttamente dalle persone che hanno ideato e realizzato il pack.
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[pAt] Ciao Daniele, sei proprio tu, allora, che hai creato il packaging per La Molisana! Cosa fai nella vita? Raccontaci un po’ chi sei.
Ciao, mi chiamo Daniele Tenisci, sono un grafico. Da 8 anni lavoro in Dispenser, l’agenzia che ha curato il restyling de “La Molisana”. Ho iniziato a maturare l’interesse per il mio lavoro grazie alla passione per l’arte e l’architettura. Ma piuttosto parliamo di Dispenser che forse è più interessante e più appropriata ai fini della nostra conversazione.
Essa è un’agenzia di brand strategy, supportiamo le aziende operanti in vari ambiti produttivi nel superare le sfide del mercato, occupandoci quindi del rafforzamento dell’identità della marca. Il nostro approccio è di natura strategica in quanto ci preoccupiamo di individuare lo spazio presidiabile dalla marca nel mercato di riferimento.
Oltre a me in questa conversazione c’è anche Franco Radoccia, fondatore e Art Director di Dispenser. Insieme abbiamo fatto parte del team di lavoro, interno all’agenzia, che si è occupato della Molisana. Saremo in due a rispondere.
Quando è avvenuto precisamente il restyling?
(DT) il restyling è stato concluso nel 2016
Come mai è stata presa la decisione di cambiare pack? Il cliente cosa voleva nello specifico?
(FR) Il restyling del pack corrisponde ad un piano di riposizionamento della marca sui mercati internazionali. La molisana negli ultimi 5 anni grazie alla nuova gestione da parte della Famiglia Ferro è riuscita a quintuplicare il fatturato, attestandosi con un record di crescita mai registrato nel mercato pasta.
L’azienda si è rivolta alla Dispenser, nella quale io rivesto il ruolo di Art Director, chiedendoci un piano strategico di riposizionamento della marca per i prossimi anni. Il piano predisposto dal nostro studio ha previsto per il futuro della marca un riposizionamento tendente ai mercati premium.
L’intervento si è concretizzato nella ridefinizione dell’intero sistema pack primario e secondario; le principali caratteristiche del nostro intervento sul pack sono:
• Restling del logo e revisione del pittogramma;
• La scelta di inserire sul fronte del pack i 4 punti cardinali identificativi della qualità che il pastificio è in grado di proporre;
• L’evidenza sul fronte del pack della decorticazione a pietra, plus ritenuto dalla nostra analisi piuttosto rilevante;
• L’inserimento sui laterali di due micro story telling “acqua e aria” “Grano e Pietra” grazie ai quali si comunica al consumatore chiaramente e in poche righe l’effettivo valore aggiunto della pasta la Molisana;
• L’inserimento sul fronte di un’illustrazione identificativa della decorticazione immerso nel tipico paesaggio molisano e realizzato da un nostro illustratore;
• La scelta, dopo diverse prototipazioni, del materiale di confezionamento, un soft-touch grazie al quale si rafforza la dimensione tattile del nuovo pack e di conseguenza del percepito;
• È stato realizzato un complesso lavoro di categorizzazione e differenzazione delle sotto gamme (classica, intergrali, formati speciali, gluten free, food service) che ha previsto diversi pack tutti associabili da un forte family feeling.
L’ultimo cambio se non sbaglio fu nel 2011
(DT) Si il pack precedente era stato realizzato dallo studio Palumbo nel 2011
Il cliente vi ha lasciato libertà d’azione o avevate delle linee guida definite dall’alto?
(DT) Diciamo che in seguito alle nostre proposte d’intervento e ad una valutazione dei lavori di successo di Dispenser nell’ambito del food design, il cliente ci ha lasciato una certa libertà d’azione.
Ci parlate un po’ delle scelte stilistiche? Avete seguito le tendenze del momento?
(FR) Certamente la scelta stilistica tiene presente i trend nel food design anche se nel nostro obiettivo vi era quello di creare un’identità contemporanea ma anche unica e sufficientemente distintiva rispetto ai competitors.
Utilizzate qualche strategia particolare per entrare nella mentalità del cliente del tipo: visita alla fabbrica, pranzo a base della pasta del cliente, musica a tema e varie cose o pensate sia inutile e solo una modalità di lavoro per veri “fissati”?
(FR) Come anticipato io rivesto il ruolo di art director in Dispenser e quindo lavoro in team; abbiamo quindi l’area account che si occupa delle relazioni dirette con il cliente. Io partecipo ai momenti ufficiali di presentazione dei progetto ma di fatto non ho la gestione diretta dei rapporti commerciali.
Qual è il vostro workflow? Come gestite il lavoro nella realizzazione di un pack?
(FR) Come già in parte anticipato, in agenzia stiliamo prima il piano strategico grazie al quale si stabilisce il riposizionamento e quindi dove la marca si collocherà per poi passare ad una fase di analisi dei concorrenti per poi affrontare la parte creativa.
In agenzia prende sempre più peso la fase della prototipazione che, appunto, ci vede impegnati nello sperimentare da subito le idee. Questo è possibile grazie ad un laboratorio di prototipazione interno all’agenzia grazie al quale riusciamo a fare ricerca sui materiali: notiamo inoltre che la prototipazione a sua volta influenza moltissimo il percorso creativo in quanto in grado di suggerire e stimolare soluzioni che altrimenti non vedrebbero la luce.
Infine, conclusa la fase di pack primario e secondario, Dispenser ha curato la comunicazione della marca.
Quali sono, secondo voi, gli aspetti più delicati, in cui bisogna avere moltissima attenzione?
(DT) Oltre all’accurata progettazione grafica e alla prototipazione nella ricerca degli ingredienti giusti (colori, font, e materiali) per creare quel giusto mood a cui stai puntando, fattore molto importante è soprattutto il rapporto a scaffale tra i competitor. Il tuo prodotto deve essere più bello degli altri!
E invece qual è la fase più divertente nella realizzazione di un lavoro di packaging?
(DT) Beh! Senza dubbio la fase creativa, la sperimentazione e la ricerca sia digitale col computer (font, colori e visual) e la prototipazione manuale con i vari materiali.
Cosa fate solitamente prima di mandare i file per la stampa? Sono necessarie delle prove? Quante? Siamo molto curiosi di conoscerlo meglio questo aspetto.
(FR) Come dicevo c’è la parte creativa che si fonde con la prototipazione; accettato il progetto passiamo alla fase esecutiva e nella maggior parte dei casi presenziamo all’avviamento macchine presso i fornitori.
(DT) L’attività di prototipazione è molto importante soprattutto se si affronta un lavoro come quella della Molisana, a tal proposito siamo arrivati a prototipare quasi 500 modelli, rigorosamente a mano prima di entrare negli impianti di stampa.
Potete, infatti, guardare le immagini esclusive inviateci gentilmente da Dispenser riguardanti la fase di prototipazione
Cosa pensate del pack di Rummo?
(FR) sicuramente il pack Rummo è il riferimento per il mondo della pasta; oltre che a un’impianto grafico e tipografico molto valido, tantissimo dell’appeal è determinato dal materiale carta. In prima battuta il nostro restyling La Molisana prevedeva la carta in luogo del film ma ad una verifica industriale di sostenibilità del pacchetto purtroppo il materiale non era adottabile.
In sostanza, con i numeri de’ La Molisana e stando alle loro linee di confezionamento, con l’adozione della carta avrebbero perso circa il 30% di capacità giornaliera di confezionamento. Di conseguenza siamo tornati sul film ma con l’adozione della mattatura che di fatto è stata una novità di prodotto da noi stimolata con il fornitore di stampa.
Sicuramente il risultato del pack de La Molisana è molto interessante: quanto la presenza e il successo di Rummo ha influenzato le vostre scelte stilistiche?
(DT) Sicuramente per il mood che cercavamo, quel retrò che definirei più neo-vintage e quel mondo che rimanda ai sapori tipici dell’italia culinaria casereccia, Rummo è stato molto importante per la fase di ispirazione e ricerca.
Il design potremmo chiamarlo “tipografico”. Come mai sono stati scelti quei font? E la scelta delle finiture?
(DT) Per quanto riguarda il logo ho tenuto in considerazione le peculiarità del marchio de “La Molisana” nella storia. I tratti distintivi, fin dal primo esemplare degli inizi del 900, erano il font corsivo, e l’inclinazione. Tenendo conto di questi due fattori importanti e provando diversi font appropriati, sono arrivato al risultato finale dove ho cercato di mantenere il più possibile la riconoscibilità del marchio, soprattutto nei confronti del consumatore della pasta La Molisana che benissimo si è adattato in maniera “indolore” al nuovo brand.
Il bollino presente sul marchio è una rivisitazione dello stemma civico di Campobasso presente fin dall’inizio nei packaging della Molisana. Gli altri font come tutti i segni grafici presenti nel facing di prodotto sono frutto della ricerca di quel mondo food-vintage di cui parlavo prima.
Che consiglio dareste a chi in futuro deciderà di affrontare un lavoro simile?
(DT) Un grande lavoro di osservazione e ricerca prima di aprire Illustrator!
Quali sono i canali che seguite per essere sempre super informati sulle tendenze del momento? Avete qualche link interessante per i nostri lettori?
(DT) Ovviamente Internet, in modo particolare i classici canali di grafica e creatività come Pinterest e Behance, ma se posso dirlo, anche un’attenta visione ai prodotti reali negli scaffali dei supermercati, e lì poi che vedi come si comportano realmente.
Lì capisci il rapporto tra i vari pack accostati e messi in relazione tra loro in riferimento ai colori, le font e a tutto quel mondo che riguarda la grafica del packaging.
Un saluto ai pirati!
Ciao pirati! Vi invitiamo a visitare il nostro sito dove potete trovare tutti i nostri lavori altrettanto interessanti e a seguirci nei canali social Facebook, Pinterest e Behance.
Di seguito alcuni lavori di Dispenser studio!
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