Era il 19 febbraio 1990. Ma il primo, vero nome fu “Display”, ben prima degli anni Novanta.
Thomas e John Knoll, fratelli e pensa un po’, figli di un fotografo, pubblicavano la prima versione di quello che diventerà il software più famoso dedicato all’editing delle immagini con l’obiettivo di aiutare il padre nel lavoro: Photoshop.
Parliamo del software più piratato in assoluto al mondo che non è stato inventato da Adobe, che ne ha solo capito le potenzialità e l’ha acquistato in seguito.
Non sono così tanti i software che hanno resistito tutti questi anni: Photoshop ha vinto questa impresa riuscendo a migliorare al passo con i tempi e dando la possibilità ai fruitori di avere strumenti sempre più performanti.
La nascita di Display
La versione più primitiva di Photoshop (che come abbiamo già detto, si chiamava Display) venne realizzata Thomas Knoll nel 1987 su di un Mac Plus.
Display visualizzava immagini costruite in scala di grigio su monitor in bianco e nero. Punto. Sembra assurdo ma davvero non aveva nessun’altra funzione che quella di visualizzare immagini.
John Knoll, fratello di Thomas (ma va?) lavorava alla Industrial of Light & Magic (società fondata nel 1975 da George Lucas, il tipo degli effetti speciali di Star Wars, Star Trek, ecc.) e aveva bisogno proprio di uno strumento per l’editing delle immagini da utilizzare, appunto, per elaborare gli effetti speciali dei film su cui si trovava a lavorare. Fu lui a spingere il fratello Thomas a continuare nello sviluppo di Display che presto riscrisse in modo da poter essere utilizzato anche a colori.
Allora si utilizzava il Macintosh II, il primo modello a colori
Thomas cercava piuttosto di rendere Display compatibile con diversi formati segnalati dal fratello, John si occupava di scrivere le routine di editing che sarebbero poi diventati i filtri.
Thomas riuscì già ad implementare le funzioni che noi oggi conosciamo come regolazioni per la correzione della luminosità, saturazione, bilanciamento del bianco e tinta. Inoltre era già possibile utilizzare pennelli e operare con selezioni dai bordi non netti. Insomma, funzioni incredibili pensando che era il 1988!
La nascita del nome: Photoshop
Thomas e John iniziarono a valutare la possibilità di un altro nome visto che Display era tutto sommato un naming che non rappresentava le vere funzioni del software. Scartarono il nome “Image Pro” in quanto era già utilizzato dalla concorrenza e iniziarono a pensare che “Photoshop” poteva essere una buona alternativa!
John si occupava di proporre i software nella Silicon Valley presentando i vari demo aggiornati, Thomas continuava instancabilmente a lavorare sullo sviluppo.

L’incontro con Adobe.
No, non fu immediatamente amore: sembra che fossero interessati ma non avevano troppa fretta di arrivare ad un accordo.
Per questo i due fratelli si accordarono con Barneyscan, una società che decise di vendere il loro scanner con il programma allegato, Photoshop 0.65. Questa, quindi, è la prima versione commerciale che venne distribuita in circa 200 copie e sì, fu piratata alla grande. Assurdo ma vero.
I pirati (non grafici ma pirati-pirati) iniziarono da subito a rubare software: un mestiere antichissimo! E Photoshop è sempre stato il più amato dai pirati!
Dopo questa esperienza ecco l’incontro con Russel Brown, allora direttore creativo di Adobe.
Mr Adobe rimase davvero molto colpito da questo nuovo software e presto seguirono gli accordi legali nei quali i fratelli Knoll decisero, con molta lungimiranza, di non vendere completamente il programma ma di mantenere delle royality sulla distibuzione, in base alla quantità.

Nasce Photoshop 1.0
Il successo di Photoshop fu incredibile già dalla prima versione: semplice, intuitivo, un software alla portata di tutti che si differenziava ad esempio da ColorStudio di Lestraset che non prese sul serio l’aspetto dell’usabilità.
Il successo dipese sicuramente dalla qualità della programmazione ma anche grazie all’incontro con Adobe, grazie al terreno fertile: venne diffuso proprio quando i sistemi desktop Apple iniziavano a moltiplicarsi.