La community dei “Pirati grafici” si rinnova.
C’era bisogno di cambiare, di fare un upgrade. Di raccontare l’evoluzione: quello che eravamo, quello che siamo ma anche quello che saremo da oggi in poi.
È stata dura, sono passati diversi mesi dalla prima prova grafica del logo e solo poco tempo fa è arrivata la mitica illuminazione, la lampadina. All’inizio, presa dallo sconforto (momenti di confusione da troppe idee e di assenza totale delle stesse) ho anche coinvolto un paio di colleghi brand designer che hanno realizzato delle loro soluzioni (non presenti nella lista) ma nulla, non riuscivo ad essere pienamente soddisfatta nonostante il loro buon lavoro.
Cercare una soluzione adeguata per un progetto del genere voleva dire coglierne l’essenza e non solo realizzarne un simbolo. Ad un certo punto ho capito che sarei stata ipercritica con chiunque avesse cercato di dare il proprio contributo e via, giù con le prove e con la ricerca, non esistono strade infinite e prima o poi avrei trovato la soluzione adeguata.
Una gioia: ho risparmiato almeno il tempo della fase di ricerca iniziale. Conosco il progetto da quando è nato (da poco abbiamo compiuto 5 anni) quindi so ogni particolare dei pirati, dal click su “crea pagina” ad oggi.
Sono molto più lucida con i miei clienti che con me stessa.
Non è un modo di dire, è la pura verità.
Ho iniziato a studiare tutto quello che poteva rappresentare i pirati e quello che poteva essere incanalato figurativamente nell’iconografia del graphic design, della comunicazione.
L’ancora.
Le prime prove vertevano su questa figura di salvataggio: i pirati grafici che sostengono la community, accompagnandola nei momenti di difficoltà di ogni giorno: vuoi con aiuti concreti, vuoi sostenendo l’umore durante il lavoro che spesso può essere pesante.
Ma nulla, l’iconografia del salvataggio non aveva in se l’energia e la spensieratezza di quello che è il progetto. E via, di nuovo a pensare ad altre soluzioni.
Il colore
Questa è stata la scelta più semplice. Già un anno fa avevo deciso per il giallo e anche la tonalità. La vivacità, l’entusiasmo, l’ottimismo della giovinezza (visto che noi designer ci sentiamo giovani a qualsiasi età). Insomma un colore stimolante e fresco, autentico.
Monogramma.
Ad un certo punto ero totalmente dedita alla ricerca di un simbolo pirata significativo da mescolare sapientemente con le iniziali dei pirati, la P e la G . Non sia mai invertire le due lettere, la moto GP era col fiato sul collo e bastava un attimo che già sentivo il motore di Valentino Rossi sfrecciare nelle mie orecchie.
Un bel giorno ho deciso di chiedere sul gruppo “Covo dei pirati grafici” quale fosse l’elemento che più faceva pensare al mondo pirata e ai pirati grafici. Il risultato del sondaggio fu un mezzo plebiscito: LA BANDIERA.
Ok, andiamo di bandiera a furor di popolo.
Pubblicherò le prove che ho fatto in questo anno: se vi state chiedendo se sia pazza a condividere queste informazioni… ebbene si, mi manca qualche giovedì (è risaputo) ma non potevo fare altrimenti.
I pirati sono fatti di condivisione e ho pensato che fare un passo dove nessuno mai l’aveva fatto (o almeno credo) potesse dare un segno tangibile a tutti quelli che seguono la community. Aprire le porte ed entrare nel progetto come mai prima d’ora. Certo, lo sto facendo con il progetto su cui sono stata meno lucida in assoluto in tutti i tempi ma poco male, se ci sarà qualche polemica me ne farò una ragione.
EDIT - dopo la pubblicazione c'è stata qualche polemica ma davvero poca roba in confronto a quello che mi aspettavo. Evidentemente il lavoro è piaciuto alla community ed io sono molto soddisfatta del risultato.
Ecco il gruppo di prove fatte prima del “Primo definitivo”. Si, perché c’è stato un momento in cui credevo di aver trovato finalmente la soluzione ideale per i pirati.
Ecco il primo definitivo. Questo ha seriamente rischiato di essere il logo dei pirati grafici.
Adoravo questo logo: la P e la G, la semplicità, la bandiera che volevano tutti. Aveva tutto quello che occorreva.
Questa gioia (la prima dopo mesi) è durata poco: non sentivo quel calore, quella felicità che cercavo. Ma non è stato inutile questo passaggio: mi ha permesso piuttosto di andare avanti in modo meno stressante… tanto un logo ce l’avevo, dovevo solamente capire se fosse quello giusto e iniziare a cercare altrove, a tentare altre strade. Tutto sommato il monogramma mi aveva posto molti limiti nella gestione del progetto.
E così ho chiuso gli occhi (l’ho fatto sul serio) e ho ripercorso gli anni passati.
In tutti gli eventi di cui siamo stati ospiti ho sempre portato delle bende. La benda è stata sempre presente anche agli inizi, quando la mettevamo con Photoshop sulle schifezze come per segnalare l’obrobrio.
E la benda, quella la porto quasi sempre al braccio come bracciale. Le foto con la benda a Milano, a Roma, a Torino con chiunque incontravamo. No, dovevo fare qualche prova.
Il mio problema mentale (lo dico proprio con estrema spensieratezza) è che amo le costruzioni totalmente simmetriche e con i pesi simili/identici. La benda mi rendeva nervosa graficamente parlando. Probabilmente l’amore inizia con un sentimento di disprezzo, fatto sta che ho iniziato a studiare un modo per amare questa benedetta benda pirata.
La benda poteva essere un uncino+monogramma+p+g
O poteva essere semplicemente una P e una G
o… caspita, ma abbiamo un cannone, una P.
Ma chissenefrega del monogramma, finalmente avevo trovato quello che cercavo.
Forme arcaiche, semplicità totale. Spettacoloso (e super petaloso) sia in positivo che in negativo. Un semicerchio e un rettangolo che in futuro potranno diventare milioni di cose.
A farla breve i brividi che mancavano quando ho realizzato la “bandiera monogramma” erano finalmente arrivati.
Ho fatto una ricerca di anteriorità, ho poi depositato il marchio. Non avevo mai avuto la pulsione di farlo fino a quel momento.
Vai a vedere il progetto Behance completo https://www.behance.net/gallery/78220137/Pirati-Grafici-Rebranding