Fertility Day: ovvero “come ti organizzo una campagna istituzionale e distruggo la credibilità del governo in due mosse.” Corso in fascicoli settimanali a cura del Ministero della Sanità. Il grande giorno è arrivato e per l’ennesima volta i nostri politicanti si sono tirati la zappa sui piedi. Per ben due volte.
Un po’ di storia
2015: l’Istat si accorge che siamo pochi. Tremendamente pochi. E che con questo tasso di denatalità in breve tempo vedremo vecchietti che scippano vecchietti fuori dalle poste. E allora il governo che ti combina? A luglio 2016 viene accettata una proposta per istituire, a partire dal 22 settembre 2016, una giornata dedicata alla fertilità. Noooo… che hai capito tu! Sì ce l’ho con te lì dietro! Rialzati immediatamente i pantaloni! Microcefalo sopra e sotto! Tiè!
Nasce la prima versione della campagna: ovvero “andiamo a comandare col trattore in tangenziale”.
Immagini studiate, con un minimo di studio dietro (diciamo così), diversi messaggi. Soldi, soldoni spesi. Qualcuno vocifera oltre 100 mila euro. Slogan come “la bellezza non ha età, la fertilità si”, “Datti una mossa non aspettare la cicogna”, “la fertilità è un bene comune”, hanno sollevato uno tsunami tale roba che a confronto Fukushima sembra una scoreggia di scoiattolo (sigh… ho adorato la campagna Vigorsol). E a ragione. Partendo dal presupposto che le intenzioni di base potrebbero essere anche buone; il patrio istinto a protrarre la razza italica. Ma porca zozza maremma bucaiola non puoi far studiare una campagna del genere con un messaggio così delicato al cugggino sfigato di un qualunque grafico mentecatto che ha studiato comunicazione sul manuale delle Giovani Marmotte! Roba che manco Del Piero alla Cepu! Le donne come incubatrici, fai figli, sbrigati che diventi vecchio/vecchia, la patata invecchia, poi non sei più in tempo, se lavori fai figli. Se non lavori? Fatti tuoi! Questo è tenore medio dei messaggi suggeriti, roba che manco quando c’era “lui” si tiravano fuori certe perle di saggezza. Anzi, erano migliori.
Sul fronte ironia tra le tante battute più o meno riuscite questa l’ho trovata molto carina. Pungente e misurata ma colpisce al punto giusto. Sotto la cintola.
Fertility Day seconda puntata: B.R.A. (Braccia Rubate all’Agricoltura).
E arriviamo a questa perla di saggezza. Mi immagino la riunione: “La prima campagna ha fatto un casino! Ma ora ci pensa mio cuggino che ha un cuggino che fa il grafico!”. (n.d.r.: leggere la frase precedente DOPO aver azionato il tasto play nel video in basso).
https://www.youtube.com/watch?v=vfthzU3V4zo
Il messaggio diventa “sono bianco sono bello se sei nero fai un macello”. O qualcosa del genere. Politically correct vai a farti fottere, benvenuto messaggio stile pieno boom economico anni ’60. Dove “le buone abitudini da promuovere” sono un gruppo di ragazzi bianchi, biondi, belli, in riva al mare. E dove “i cattivi compagni” sono dei ragazzacci cattivi che fumano chissà quali sostanze stupefacenti! Drogati! E ci sono pure dei ragazzi di colore! Ed ecco a voi la fiera del luogo comune. Nota tecnica: tra le altre cose, le due immagini sono prese da due campagne pubblicitarie statuinitensi, una di uno studio dentistico, e l’altra una campagna sulle droghe. E con questo tanto di chapeau a chi è riuscito a farsi pagare una fattura da diversi zeri utilizzando foto di stock!
Augurandoci che il Fertility Day sia fertile anche per le idee, per il momento ci rimettiamo al buon senso e all’intelligenza delle persone, e non “dellaggente”!