La verità è che le possibilità sono infinite.
La tendenza del 2017 sarà quella di costruire un approccio minimalista per influenzare anche altre aree del design: loghi, interfacce utente, colori. I consumatori trarranno beneficio quando la loro esperienza di shopping sarà ordinata, confortevole e trasparente.
Così scrivevo nell’articolo sui trends 2017 del packaging.
Da parte dei brands basta volerlo e definire un budget per questo tipo di ricerca. L’imballaggio smart, infatti, non fa bene soltanto all’ambiente, ma offre all’aziende che lo desiderano l’opportunità di trasformare un’interfaccia fisica in uno strumento interattivo. In questo modo si può aggiungere valore reale alla vita dei propri clienti, oltrepassando la quotidianità del mero utilizzo e collegare i prodotti all’esperienze. Per questo si parla di internet delle cose.
Le aziende, però, non possono solo farsi ammaliare dall’idea e dalle possibilità infinite che la trasformazione digitale sta offrendo. I brands per fare questo salto evolutivo devono pensare strategicamente all’imballaggio digitale, in un piano aziendale che va oltre l’innovazione. Questa prospettiva mette il brand al riparo dalla possibilità di diminuire il valore del marchio e la fiducia dei consumatori. I brands devono avvicinarsi all’imballaggio digitale come se stessero per entrare in piedi in una cristalliera. Devono imparare a guardare l’imballaggio come mezzo per un collegamento e non come metodo per bombardare gli utenti con informazioni inutili.
Le domande che i brand devono farsi sono essenzialemnte due.
Come possiamo portare significativi contributi alla vita delle persone? Come possiamo allineare l’interazione senza perdere di vista i valori del marchio e i consumatori?
Per mantenere un collegamento autentico con i consumatori, i brands dovrebbero valutare quali aree sono qualificate per svolgere questo ruolo e ampliare così l’offerta.
Lo Studio
Pensiamo, ad esempio, all’etichetta di un alcolico che conosciamo. Le bottiglie incoroporebbero un tag elettronico stampato che permetterebbe ai clienti di interagire attivamente con l’etichetta del prodotto, dando la possibilità di inviare cartoline digitali personalizzate, inviti VIP per party esclusivi, accesso a contenuti di luxury lifestyle e scaricare ricette per cocktail. Attraverso il packaging intelligente si potrebbe anche trasformare ed influenzare il modo in cui far vivere i momenti liberi e di aggregazione sociale ai nostri clienti. L’approccio è dovuto alla consapevolezza di come il brand contribuisce alla vita dei consumatori, in particolare per quanto riguarda il completamento e potenziamento delle nostre esperienze sociali. L’estensione del packaging intelligente potrebbe essere connessa anche ad altri aspetti connessi alla vita dei consumatori, senza compromettere il proprio significato. Un esempio pratico potrebbe essere un’app che informa dove è possibile far meno coda per gustare il proprio cocktail preferito in compagnia degli amici. Uscito dal locale ti informa dove è possibile trovare il taxi più vicino per tornare a casa in sicurezza. Ognuna di queste funzionalità integra maggiormente il marchio all’interno della vita delle persone, restando fedele alla missione e nell’aggiunta di valore all’esperienze sociali.
Il Momento Zero
Con l’integrazione arriva anche una maggiore responsabilità che fino ad oggi era riservata solo ai brands digitali. Immaginiamo uno scenario, in cui non siamo noi ad organizzare le prime fasi della giornata, bensì un marchio di caffè. La prima interazione, in precedenza, sarebbe avvenuta con lo sportello dell’armadio e ancora assonnati con la moka. Con il packaging intelligente potrebbe non essere più così. Immaginiamo che il nostro brand di caffè preferito controlli la nostra sveglia e metterà in funzione la moka soltanto nel momento in cui non la spegniamo. Inoltre, conscio del fatto che in mezz’ora dobbiamo essere in ufficio, ci invia sullo smartphone i percorsi alternativi per arrivare in orario.
Fiducia e affidabilità
Dal punto di vista del consumatore tutto questo è utile. Da un punto di vista di branding è inestimabile. Il brand del caffè avrebbe l’occasione di oltrepassare il momento zero, rendendosi indispensabile in un aspetto di routine del consumatore e che impedirebbe all’utente di rivolgersi ai competitors.
Se un marchio decide di utilizzare imballaggi digitali non sta solo tentando di integrarsi nella vita dei consumatori, ma sta chiedendo il permesso per farlo. La profilazione degli utenti sarà continua e tramite le informazioni raccolte, una volta elaborate, sarà possibile offrire servizi mirati ai propri clienti.
Per i brands meno conosciuti sarà importante costruire un rapporto di fiducia con gli utenti sia per salvaguardare i dati personali sia per il modo in cui vengono utilizzate le informazioni raccolte.
La fiducia, la credibilità sono l’ultima frontiera tra l’uomo e la macchina.