Il naming di un marchio non è solo il risultato di vivaci brainstorming, in verità sono spesso la summa di un ragionamento articolato e con delle necessità e punti fermi.
A seguire una raccolta di diversi marchi noti al grande pubblico italiano che nel proprio naming conservano delle piccole sorprese, se non addirittura una vera e propria “storia”.
Curiosità dal “Mondo-Naming”
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Milka
Sapevate che il nome “Milka” deriva dall’unione di due parole tedesche milch (latte) e kakao (cacao)?[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Starbucks
Starbucks ha preso il proprio nome da un personaggio del romanzo “Moby Dick”, ossia l’ufficiale Starbuck.
Dopo la nascita di questa azienda il nome mira a evocare “una leggenda di alto mare e la tradizione marittima dei primi mercanti di caffè” (cit. sito Starbucks).[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Häagen-Dazs
Squillino le trombe. Sveliamo il mistero dietro il logo Häagen-Dazs!
Häagen-Dazs vuol dire… niente.
È un nome di fantasia. Una trovata molto furba da parte di questa azienda 100% americana che nulla ha a che fare con la Scandinavia: il naming dall’aurea scandinava dà al loro prodotto una connotazione “artigianale” e richiama immediatamente alla “freschezza”.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Nutella
Piccola curiosità.
Sapevate che il primo naming della Nutella era “Supercrema“? …Per essere onesto, è onesto. Come dire il contrario… forse un po’ generico 😉
Ma per fortuna il mondo del branding ha fatto passi avanti da allora e nel 1964 ecco a noi… la Nutella! Parola composta dal termine inglese nut (nocciola) e il suffisso diminutivo italiano -ella.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Haribo
Il naming Haribo è composti dalle prime due lettere del nome, cognome e della città del proprietario dell’azienda: Hans Riegel dalla città di Bonn.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Asics
Il nome dell’azienda giapponese Asics è l’acronimo della frase latina “Anima Sana In Corpore Sano” (eh?!?), variante della locuzione latina “Mens sana in corpore sano” (ah ecco).[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Wikipédia
Il naming di Wikipédia è composto dalla parola hawaiana wiki che significa “rapido” e da -pédia, derivata dal greco παιδεία, paidéia che significa “allevamento e cura dei fanciulli e diventava sinonimo di cultura e di educazione mediante l’istruzione” (cit. wikipedia).[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Auchan
La parola Auchan fa riferimento a Hauts-Champs, il quartiere Roubaix (un comune francese situato nel dipartimento del Nord nella regione del Nord-Passo di Calais) dove venne aperto il primissimo negozio dell’azienda.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Ikea
Il naming IKEA è composto dalle iniziali del fondatore Ingvar Kamprad e dalla prima lettera di “Elmtaryd” e di “Agunnaryd”, rispettivamente l’azienda e il villaggio della sua infanzia.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
L’Oréal
L’Oréal in origine era scritto “L’Auréale” e s’ispira al nome di una pettinatura in gran voga all’inizio del XX secolo che aveva la caratteristica di formare una specie di aureola con larghe onde (???)… tipo questa qui.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Adobe
Adobe è il nome del ruscello che scorreva dietro la casa di John Warnock, uno dei fondatori dell’azienda.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Adidas
Adolf Dassler è il fondatore di Adidas.
Il naming nasce dall’unione del suo nomignolo Adi e le tre prime lettere del cognome di famiglia Das.
Le tre strisce sono da sempre il simbolo dell’Adidas: in questa successiva rielaborazione ricordano una montagna, un ostacolo che simboleggia la scalata che ogni sportivo (e non) deve affrontare nella vita per raggiungere un obiettivo. [/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Danone
Danone è il soprannome in catalano di Daniel, il figlio del fondatore dell’azienda, al quale è stata aggiunta una -e finale.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Castorama
Il termine Castorama nasce dal connubio, un incastro perfetto direi fra la parola francese castor (castoro), animale noto per le sue doti di “costruttore” con -orama suffisso greco che significa “visione”.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Volvo
Volvo non significa altro che «io guido» in latino. Altro che lingua morta…
Inoltre VOLVO significa anche rotolare, scorrere, giacché l’azienda iniziò la sua attività facendo cuscinetti a sfera (si ringrazia per questa ulteriore precisazione il “seguace pirata” M. T. Tripaldi).
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″][/su_column] [su_column size=”2/3″]
LU
LU sono le iniziali di “Lefèvre” e “Utile”, i cognomi dei creatori dei fondatori della LU.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Nivea
Nivea è una parola latina che significa “nevoso”, “bianco come la neve”, per evocare le virtù di questa crema destinata in origine a mantenere pelle chiara così come solito secondo i canoni estetici dell’epoca.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Kinder
Kinder vuol dire “bambini” in tedesco.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Fnac
Fnac è l’acronimo di «Fédération nationale d’achat des cadres»… ossia “Federazione Nazionale dell’Acquisto per i Quadri” fu costituita a Parigi nel 1954 da André Essel e Max Théret, due militanti marxisti della corrente trozkista … sarà per questo che le cose alla Fnac costano… un “capitale”?[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Amazon
Il nome di Amazon, derivante dal Rio delle Amazzoni, il più grande fiume del mondo. In più la lettera A di Amazon sarebbe risultata prima in una directory online o in un elenco.
Il logo di Amazon contiene una freccia gialla che rappresenta un sorriso, ma non solo. Infatti questa freccia vuole rappresentare un’idea precisa: ovvero che sul sito è possibile acquistare di tutto, dalla A alla Z. [/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Quip
Quip è un software di creazione di documenti per ottimizzare il lavoro d’équipe e in più, per giustificare ulteriormente il naming, c’è anche l’assonanza con keep (consevare, tenere). Il logo rappresenta non solo una Q così come naming comanda ma anche una penna pronta a scrivere su un foglio di carta.[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Hotel Tonight
Il logo dell’azienda Hotel Tonight rappresenta sia un letto che una “h” minuscola.
Il naming segue la scia del nomen omen (il nome è un presagio) e insieme al logo non può che mantenere la coerenza sul servizio offerto. [/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Evernote
Evernote è un noto servizio di archiviazione. Il naming nasce dall’unione delle due parole inglesi ever (che ci sia mai stato, che sia mai esistito) + note (appunto, annotazione).
Il suo logo raffigura un elefante, animali noti per la loro proverbiale memoria. Non solo, l’orecchio dell’animale forma una piega, esattamente come quella che si fa per lasciare un segno per ritrovare qualcosa d’importante su libri, riviste e giornali.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
FedEx
Marchio della compagnia di spedizione FedEx è ormai stra-noto… ma se per caso ci fosse ancora qualcuno che lo ignora, eccolo: questo logo ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo uso efficace dello spazio negativo. Le due lettere Ex formano una freccia; sebbene impercettibile al primo sguardo, a livello inconscio il nostro cervello la elabora associandola al concetto di velocità e movimento, i valori principali del brand.
Il naming FedEx nasce dall’unione delle due parole Federal + Express, il nome originario della compagnia… molto traquillo 😉
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Il nome del noto social rosso nasce dal verbo inglese to pin, ovvero appuntare e interest, interesse. La P di Pinterest svolge bene il suo compito evocativo ricordando la forma di una puntina: così anche nell’era digitale è possibile appuntare e categorizzare ciò che ci interessa in bacheche virtuali.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
I due fondatori, Page e Brin, avevano cercato un nome con cui si potesse rappresentare la capacità di organizzare l’immensa quantità di informazioni disponibili sul Web; avevano bisogno di un’iperbole. Utilizzarono un nome già esistente: Googol, termine coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri. A Page e Brin sembrò perfetto come metafora della vastità del web. I due fondatori avevano intenzione di chiamare il neonato motore di ricerca proprio Googol, ma al momento della registrazione, non sapendo come si scrivesse esattamente decisero per “Google” anziché Googol. La loro collega a Stanford li avvertì solo il giorno dopo dell’errore, ma il dominio era ormai registrato e lo lasciarono tale.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Vaio
La scritta Vaio (Visual Audio Intelligent Organizer) si compone di due parti, e simboleggia l’integrazione tra analogico e digitale tipica dei prodotti tecnologici commercializzati dal brand. Le lettere Va ricordano proprio un’onda analogica, mentre le lettere io richiamano i numeri 1 e 0, ovvero il codice binario o il segnale digitale.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Beats
Fondato nel 2006 da Dr. Dre e Jimmy Iovine, Beats by Dr. Dre è un marchio leader nel settore audio con la sua famiglia di cuffie, auricolari e altoparlanti di altissimo livello per il settore consumer. “Beats” come naming ben rappresenta il mondo da cui Dr. Dre arriva in modo semplice e diretto.
Il logo apparentemente semplice con la sua “B dentro a un cerchio” in realtà si rivela essere una vera rappresentazione del fruitore dove il cerchio bianco del logo raffigura una testa umana e la lettera B non è solo l’iniziale di “beats” in negativo richiama proprio una cuffia.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Toyota Yaris
La parola “Yaris” deriva dalla fusione della lingua tedesca con Charis nome di una dea minore della mitologia greca simbolo di bellezza ed eleganza. La Toyota ha sostituito il “Ch” con “Ya” che in Germania sta per “Sì” a simboleggiare la percezione positiva che il mercato europeo avrebbe avuto per lo stile della vettura.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Yamamay
Il brand name Yamamay è un caso interessante dal punto di vista del naming: è un termine palindromo, che risulta cioè identico anche letto da destra avendo il suo asse di simmetria nella lettera A centrale (resa graficamente in grassetto nel logo stesso); contiene il verbo ama, ripetuto due volte. Questo concetto dell’amore viene ripreso inoltre anche dal claim “Yamamay per chi si ama”.
Il nome, a quanto pare, deriva dal bozzolo delle montagne Bombix Yamamay , diffuso sulle alte colline dell’entroterra giapponese.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Spotify
L’origine di questa parola va infatti rintracciata in un errore, come racconta l’attuale Ceo Daniel Ek: “Io e Martin ci trovavamo in due differenti stanze, alla ricerca di un nome adeguato. Ad un certo punto Martin urlò un nome, e io capii “Spotify”. Con sorpresa, quella parola non esisteva in Google, così decidemmo di registrarla come nome e dominio della nostra società.” Nonostante la fortunata casualità, i due fondatori hanno aspettato qualche anno prima di rivelare questo aneddoto. Al principio, forse per imbarazzo, hanno preferito dare alla stampa una spiegazione più razionale della parola, riconducendola ai termini spot e identify.
[/su_column] [/su_row]
[su_row][su_column size=”1/3″]
[/su_column] [su_column size=”2/3″]
Ringo
L’idea dei Ringo venne a Mario Pavesi dopo un viaggio negli Stati Uniti. Mario Pavesi, infatti, intendeva lanciare un prodotto destinato a una fascia di pubblico più adulto rispetto a quella a cui si rivolgeva l’altro prodotto di punta dell’azienda, i pavesini. Quindi il target di riferimento erano gli adolescenti, e, non a caso, il nome Ringo era preso in prestito da quello di Ringo Starr, componente del gruppo britannico The Beatles, molto popolare fra i giovani. In seguito, le campagne pubblicitarie del prodotto punteranno soprattutto sul mondo dello sport e sul concetto di interrazzialità, rappresentato i modo simbolico dal colore diverso dei due biscotti circolari.
(fonte Wikipedia su indicazione del “seguace pirata” G. Lombardi)
[/su_column] [/su_row]
fonti: logonews.fr, businessinsider.com, areadomani.it, atterriamoingiappone.wordpress.com, brand-identikit.it, wikipedia.