Intervistare Massimo Sirelli è stata una vera esperienza, una calma serafica che trapela un’energia creativa incredibile, frutto della grande passione per la comunicazione e dell’amore nel fare ciò che fa star bene.
Massimo Sirelli ci dice:
“Faccio le cose che mi rendono felice e mi rendono libero!”
“Il lato serio del mio lavoro è la docenza, ho una grande responsabilità verso i giovani designer perché mi occupo della loro immagine”.“Quello che è cambiato nel tempo è la tecnologia. I ragazzi arrivano che sono già figli dell’i-phone, è tutto più smart”
“Mi occupo di tecniche di presentazione e portfolio. Aiuto i ragazzi a creare la loro presentazione curriculare. All’inizio lo facevamo su Flash che era ancora Macromedia! Oggi apri un profilo Behance e hai il portfolio più figo del mondo”
“2 anni fa facevo preparare loro il portfolio su cd… oggi il cd è OBSOLETO. Anche questo fa parte del mondo che cambia”
“Il percorso di studio ti dà una base, il mondo del lavoro ti mette alla prova. Lo stereotipo di te è un rischio: quello che conta è la persona. Cerco di valorizzare la loro vera essenza, la loro anima. Presentarsi in modo sincero. Tu sei originale in quanto tale! Devi solo capire come comunicare e con quali strumenti”“Definisco il mio stile come “Il NON stile”. Non so cosa mi guidi, forse la curiosità, il desiderio di mettermi alla prova. Non ho alcuna formazione accademica… ho voglia di fare. Quello che vedi è frutto di quello che VIVO”
“Ho costruito il robot più grande in Italia, realizzato grazie ai ragazzi di “Altrove festival. Queste 600 cassette le abbiamo messe insieme come fossero mattoncini lego”“Il concetto del materiale di recupero è un concetto a me chiaro. Non amo gli oggetti che vengono buttati e che possono avere una seconda vita”
“Se passo giorni senza aver disegnato, creato, trasformato in qualcosa di solido la mia creatività… sto male. Infatti domani è il giorno dei robot, il venerdì santo dei robot”“i miei robot sono vivi per davvero… fanno solo finta di stare fermi”
“loro sono immobili, è così. Prima di andare dai genitori adottivi gli do delle raccomandazioni”
“A parte il riuso mi sta a cuore il RECUPERO DELLE STORIE. Quante esperienze viviamo insieme alle cose che ci circondano? il mondo intorno a noi però ci spinge a buttare! Costa talmente poco che quella cosa possiamo buttarla e perdiamo la memoria storica. A volte ricordi un sapore, una sensazione che in maniera sinestetica è associato a qualcosa”
“Io dò vita ai miei robot. Mi capita spesso di ricevere donazioni di oggetti ma a patto che mi venga raccontata la storia di questi oggetti. I robot mi hanno regalato quello che in anni di lavoro non ho avuto”.
“Grazie ai robot ho conosciuto da nord a sud tantissime persone tra interviste e collaborazioni e mostre. Esperienze fantastiche”
“Mi dispiace molto dare via i robot però la motivazione è discriminante. Quelli che lo ricevono conserveranno quel ricordo e quel robot per sempre”